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Un diario di cose celesti

Chi siamo? Perché?

Magnetar di "basso" campo magnetico

23 Jul 2012 01:35 PM – Michele Diodati

SGR 1822-1606 è il nome tecnico di una rara specie di oggetto celeste, il secondo del suo tipo finora scoperto, dopo l'unico precedente, denominato SGR 0418+5729. Si tratta di magnetar di basso campo magnetico, cioè stelle morte costituite da un fluido di neutroni che è il residuo ultracompatto di stelle massicce esplose come supernovae. Le stelle di neutroni appartengono di solito a due tipi: o sono pulsar, oggetti in rapidissima rotazione che agiscono come radiofari, emettendo radiazione soprattutto nella gamma delle onde radio, o sono magnetar, oggetti attraversati dai campi magnetici più potenti finora scoperti nell'universo, le quali emettono scoppi di radiazione nelle gamma delle alte energie, registrabili da satelliti come Swift, RXTE, Chandra, XMM-Newton e Suzaku.

La caratteristica peculiare di SGR 1822-1606 e di SGR 0418+5729 è che possiedono entrambi i tipi di caratteristiche, sono per così dire a metà strada tra i due mondi, hanno qualcosa delle pulsar e qualcosa delle magnetar. Secondo gli astrofisici che le stanno studiando, una possibile spiegazione è che questi oggetti abbiano un campo magnetico interno molto più intenso di quello esterno. Il campo magnetico interno, segregato al di sotto della "crosta" che fa da confine tra l'esterno e l'interno di una stella di neutroni, si avvita periodicamente su se stesso fino ad arrivare al punto di rottura. Quando le linee del campo interno si spezzano, l'emissione di energia è intensissima ed erompe all'esterno attraverso fratture della crosta della stella: è il comportamento da magnetar, che è stato registrato dalla batteria di satelliti utilizzata di recente per monitorare il decadimento dell'eruzione osservata in SGR 1822-1606.

In generale, però, le magnetar di basso campo magnetico hanno un'intensità di campo esterno in linea con quella di una tipica pulsar. Ma quanto è "basso" il campo magnetico superficiale di queste stelle? Gli studiosi ritengono che sia da 50 a 100 volte inferiore a quello interno, che però non può essere osservato direttamente. Siamo comunque su valori, è il caso di dirlo, astronomici, a paragone con i campi magnetici a cui siamo abituati sulla Terra. Secondo gli autori dello studio pubblicato il 20 luglio su The Astrophysical Journal, la cui prima firmataria è l'italiana Nanda Rea, SGR 1822-1606 ha un campo magnetico superficiale che, all'equatore, è stimato in circa 27.000 miliardi di Gauss. Da ciò gli autori inferiscono che la stella di neutroni avesse alla sua nascita, avvenuta all'incirca 550.000 anni fa, campi magnetici poloidali e toroidali della crosta nell'ordine dei 150.000 miliardi di Gauss! Per confronto, il campo magnetico terrestre a stento raggiunge all'equatore 0,3 Gauss...

Un'animazione che mostra l'eruzione della magnetar di basso campo magnetico, registrata dal satellite Swift nel 2011. Cortesia: ESA / C. Carreau

Riferimenti

Tag: magnetar, pulsar, stelle di neutroni, campi magnetici, articoli

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