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Un diario di cose celesti

Chi siamo? Perché?

Un piccolo sole oscuro nelle vicinanze della Terra… o quasi

28 Jun 2010 07:56 PM – Michele Diodati

Illustrazione artistica di una nana bruna, osservata dalla superficie di un pianeta che le orbita intorno. Cortesia: Jeff Bryant

Illustrazione artistica di una nana bruna, osservata dalla superficie di un pianeta che le orbita intorno. Cortesia: Jeff Bryant

Le nane brune non sono stelle nel senso proprio del termine. Si tratta infatti di corpi troppo poco massicci per raggiungere nel nucleo la pressione e la temperatura necessarie ad innescare le reazioni nucleari che fanno brillare il Sole e, in generale, tutte le stelle dotate di massa sufficiente.

Il calore che le nane brune emanano è semplicemente il residuo dell’innalzamento di temperatura generato dal collasso gravitazionale della materia di cui sono composte, arrestato a un certo punto dal raggiungimento di una soglia di compressione non valicabile, in ragione della massa disponibile. Sicché, raggiunto il punto di equilibrio, diventano sempre più fredde e meno luminose a mano a mano che l’incandescenza iniziale si spegne: un po’ come i carboni ardenti di un camino, via via che si consumano e divengono cenere.

Essendo così fredde e poco luminose, le nane brune sono molto difficili da scoprire. Ecco, dunque, la gioia di un gruppo di ricercatori, guidato da Philip Lucas dell’Università di Hertfordshire, per la scoperta di quella che viene subito dichiarata come la nana bruna più vicina alla Terra, e anche la più fredda.

Inizialmente, a UGPS 0722-05, questo il nome della nana bruna, è stata attribuita una distanza di soli 9,6 anni luce dalla Terra, che ne faceva il settimo oggetto più vicino mai scoperto. Trovare una stella situata, per così dire, nel giardino di casa era qualcosa che non accadeva più ormai dal lontano 1947.

A 9,6 anni luce di distanza, la temperatura superficiale di UGPS 0722-05 – che ha dimensioni paragonabili a quelle di Giove ma una massa dalle 5 alle 30 volte maggiore – era calcolata in 130 – 230 °C, mentre la luminosità in appena 2,6 milionesimi di quella solare.

Tuttavia, dopo solo alcuni mesi, UGPS 0722-05 è “scivolata” indietro di quasi 4 anni luce. È successo nel frattempo che i calcoli precedenti sono stati smentiti da ulteriori misurazioni. La distanza dell’oggetto, determinata con il metodo della parallasse trigonometrica, si è rivelata essere non più di 9,6, ma di 13,3 anni luce (con 2 anni luce in più o in meno come margine di errore). Le nane brune più vicine alla Terra restano perciò quelle che erano prima: due che orbitano intorno alla stella Epsilon Indi, a 11,8 anni luce da noi.

In base al ricalcolo della distanza, la temperatura superficiale di UGPS 0722-05 è salita a 230 – 285 °C mentre la luminosità è aumentata a 9,3 ± 3,1 milionesimi di quella solare. Non sufficiente per abbronzarsi.

Le tre immagini mostrano la medesima zona di cielo: un quadrato di 80 arcosecondi di lato. I tre cerchi in posizione centrale indicano le posizioni registrate per la nana bruna UGPS 0722-05 rispettivamente nel 1998, nel 2006 e nel 2010, da cui si ricava un moto proprio di 0,930 arcosecondi l’anno. Osservando le posizioni pressoché identiche di tutti gli altri oggetti, è facile dedurre che la nana bruna si trovi a una distanza dalla Terra molto minore rispetto agli altri corpi fotografati. Cortesia: 2MASS / UKIDSS GPS

Le tre immagini mostrano la medesima zona di cielo: un quadrato di 80 arcosecondi di lato. I tre cerchi in posizione centrale indicano le posizioni registrate per la nana bruna UGPS 0722-05 rispettivamente nel 1998, nel 2006 e nel 2010, da cui si ricava un moto proprio di 0,930 arcosecondi l’anno. Osservando le posizioni pressoché identiche di tutti gli altri oggetti, è facile dedurre che la nana bruna si trovi a una distanza dalla Terra molto minore rispetto agli altri corpi fotografati. Cortesia: 2MASS / UKIDSS GPS

Riferimenti

Tag: nane brune, articoli, UGPS 0722-05

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