Le cicatrici di Giove si rimarginano in fretta
Il 19 luglio 2009, l’astronomo dilettante Anthony Wesley, dal suo osservatorio di Murrumbateman in Australia, scoprì fortunosamente l’improvviso apparire di una grande cicatrice da impatto nell’emisfero settentrionale di Giove (cioè quello meridionale, se osservato dalle nostre latitudini).
Da allora, i principali osservatori della Terra hanno seguito l’evolversi della “bruciatura” nell’atmosfera di Giove. Come dimostrano le immagini riprese con la nuova Wide Field and Planetary Camera 3 di Hubble, in soli quattro mesi i segni dell’impatto sono pressoché scomparsi.
Eppure l’oggetto che ha colpito Giove, se beccato la Terra, avrebbe prodotto una catastrofe di dimensioni epocali. Secondo gli astronomi si è trattato di un asteroide con un diametro compreso tra 500 m e 1 km, proveniente probabilmente dalla famiglia di asteroidi Hilda (poco più di un migliaio di corpi che orbitano a non grande distanza dal gigante gassoso).
Si è trattato di un asteroide e non di una cometa, perché lo studio dell’atmosfera successivamente all’impatto non ha rivelato la presenza di polveri in sospensione, come sarebbe invece accaduto se si fosse trattato di una cometa. L’oggetto ha colpito l’atmosfera di Giove seguendo un angolo piuttosto basso, come dimostra la forma allungata della cicatrice nera visibile dallo spazio. La forza dell’impatto è stata paragonabile all’esplosione contemporanea di alcune migliaia di bombe atomiche.
La macchia nera lasciata su Giove, grande all’incirca quanto il nostro Oceano Pacifico, è sostanzialmente atmosfera gioviana bruciata, cioè idrogeno, idrocarburi e fuliggine. Ma i venti impetuosi e il rimescolamento continuo dell’atmosfera hanno cancellato in pochi mesi quasi ogni segno della ferita.
Immagine di Giove acquisita dalla WFC3 di Hubble il 23 luglio 2009. È ben visibile la traccia lasciata da un impatto, quasi certamente dovuto a un asteroide, a poca distanza dal polo sud del pianeta. Cortesia: NASA, ESA, H. Hammel, the Jupiter Impact Team
Dall'alto in basso, il progressivo "smacchiamento" della regione di Giove colpita dall'asteroide. Le cinque immagini sono state acquisite dalla WFC3 di Hubble, nell'ordine, il 23 luglio, il 3 agosto, l'8 agosto, il 23 settembre e il 3 novembre 2009. Cortesia: NASA, ESA, H. Hammel, the Jupiter Impact Team
Le dimensioni contano: se un asteroide grande come quello che ha colpito Giove avesse colpito la Terra, le conseguenze sarebbero state incredibilmente catastrofiche, almeno a giudicare dalla grandezza della traccia lasciata su Giove dall'impatto in rapporto al diametro del nostro pianeta (il tondino in basso a sinistra). Cortesia: NASA, ESA, H. Hammel, the Jupiter Impact Team
La scoperta che un corpo aveva colpito Giove si deve ad Anthony Wesley, un astronomo dilettante che stava osservando Giove dal suo osservatorio personale di Murrumbateman, in Australia. Queste sono le sue immagini dell'evento. Il polo sud del pianeta appare in alto. Cortesia: Anthony Wesley
Riferimenti
This Hubble image of Jupiter's full disk, taken July 23, 2009, revealed an elongated, dark spot at lower, right (inside the rectangular box). The unexpected blemish was created when an unknown ...
Impact mark on Jupiter, 19th July 2009
Dark impact mark first noted at approximately 1330UTC on 19th July 2009 from my home observatory just outside Murrumbateman NSW Australia.
On 2009 July 19, we observed a single, large impact on Jupiter at a planetocentric latitude of 55°S. This and the Shoemaker-Levy 9 (SL9) impacts on Jupiter in 1994 are the only planetary-scale ...
We report Hubble Space Telescope images of Jupiter during the aftermath of an impact by an unknown object in 2009 July. The 2009 impact-created debris field evolved more slowly than those created in
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